Stefano Betti

I padroni del display - Cronache sulla nascita del medium cellulare

I Padroni del Display (Copertina)
Anno: 2003
Editore: Apogeo
Collana: Cultura digitale
Dati: 14,4x21,5, 182 pp

Qualcosa è cambiato quando si parla di cellulari. Ce ne accorgiamo perché prima di accostare l'orecchio guardiamo il display per vedere chi è. E il fatto di guardarlo il telefono non ci sorprende più, ci sono occasioni, curiosità, bisogni che lo schermo del cellulare, il suo display, ha imparato a intessere per noi e dei benefici di quest’arte siamo sempre più fiduciosi.
Lo strumento di comunicazione personale che abbiamo in tasca si è trasformato in un medium.
Intendiamoci non è che sia un passaggio indolore, se chiedete agli avvocati delle principali squadre di calcio cosa ne pensano vi spiegano che i messaggi multimediali di Tim e di Wind coi goal delle partite sono notizie e immagini rubate, mentre chi impacchetta i messaggi multimediali, agenzie giornalistiche o fornitori di servizi a valore aggiunto, vi spiega che per loro vale il diritto di cronaca come per qualsiasi altro media.
Questo è solo uno dei punti di frattura in una linea continua che attraversa la cronaca recente, a ben vedere l'ultimo di una traiettoria iniziata per gli utenti con la metafora dell'Internet mobile a fine anni '90, metafora tradita dal wap e ripresa sotto altre forme e altre tecnologie.
Oggi il medium cellulare per la prima volta affronta in modo articolato, nei tavoli tecnici e in ambito legale come sul display nelle tasche degli utenti, il tema del diritto d'autore.
Un passaggio alla maturità che Internet non ha ancora compiuto ma che qui, per gli interessi in campo, sta procedendo a tappe forzate. I "padroni" dei contenuti vogliono regole chiare, i padroni del display le regole le hanno già, sono quelle che hanno saputo costruire sul libero mercato. Così, considerando che tutto fa traffico dice uno degli uomini d’azienda coinvolti in questo libro, "vorrebbero tanto avere un altro Napster".
Inutile nascondere che gli operatori di rete, non solo in Italia, sono un'industria ricca che può permettersi redditività mai raggiunte da qualunque altro mercato liberalizzato. Per questo hanno la mano pesante e si vede. Se c'è da cambiare qualche regola che gli altri media diligentemente seguono, se c'è da trascinare i costruttori dei terminali in qualche nuova avventura non se lo fanno dire due volte.
Hanno carisma e mezzi in abbondanza. La forza d'impatto degli operatori di rete si rende visibile anche nell'indotto di piccola e media imprenditoria attorno al mondo dei contenuti che hanno fatto nascere negli ultimi anni. Di realtà content provider di questo tipo ce ne sono moltissime; a volte ottengono di firmare il loro lavoro, più spesso operano invisibili dietro il gestore della rete. A metà strada tra il service giornalistico e il centro di eccellenza tecnologica cercano di impostare la loro produzione in modo industriale ma le loro chance di mercato si limitano spesso ai settori nei quali gli operatori non hanno ancora deciso se vale la pena "fare sul serio". Un rapporto, quello tra operatori di rete e fornitori di contenuti, diventato realtà di mercato molto prima che il reciproco riconoscimento dei ruoli giungesse a maturità.
Per questo un dibattito accesissimo scalda gli animi, si legge tra le righe dei contratti che legano le società: dietro servizi e prodotti innovativi, dopo l’euforia iniziale del lancio, emergono problematiche di privacy irrisolte, conflitti nella gestione dei diritti, problemi di esclusiva. Qui molto più che altrove, su questo medium di frontiera oggetto di troppe attenzioni perché i suoi errori possano essere considerati ingenuità.

Il sommario del volume

Introduzione di Fausto Colombo

Invito per la presentazione del volume

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Recensioni al volume

Mito multimedia

Mito Multimedia (Copertina)
Anno: 1997
Editore: Centro Studi Calamandrei
Collana: Impresa e Società
Dati: 14x20, 70 pp

Quanta tecnologia fa parlare di sé proponendo immagini di futuro, ambienti e contesti di lavoro nuovi e stimolanti, ponendosi come sentenza indiscutibile? Un’occasione, spesso, uno spiraglio concesso dall’incessante fluire tecnologico attraverso il mercato.
Uno spiraglio su di un futuro migliore, fatto di prodotti e servizi che arrivano all’utente chissà da dove, salutati come le primizie di quel quadro che man mano si svela. Eppure quante di queste possono diventare veramente oggetto di un discorso e non sono già l’inizio e la fine di una storia già raccontata? senza soggetti, senza predicati, senza quella libertà di dare nuovi nomi alle cose sotto l'egida dei copyright.
La tecnologia affonda le radici nel mito continuamente, lo svelano una serie di fatti precisi che l’autore individua nelle vicende di un mito moderno, la multimedialità. Una vicenda legata sia al mondo dell’informatica che a quello dell’elettronica di consumo, che mutua dalla prima l’illusione di un linguaggio, quello dei programmatori, e dalla seconda la piacevolezza di una interfaccia.
Il mito multimediale genera a partire da qui, per gemmazione, immagini di facile apprendimento, di enciclopedie universali, di biblioteche alessandrine a portata di mano, o meglio, a portata di mouse. Tutto con il fascino delle immagini e dei suoni che la tv ci ha insegnato a riconoscere come parte di un testo nuovo.
In più, al centro di tutto questo, il soggetto, come libertà decisionale, come autore della propria informazione, secondo una interattività che genera, o dovrebbe generare, percorsi imprevedibili all’interno del mito.
In realtà le cose non stanno così, e l’autore si prende l’onere di dimostrarlo, sia dalla parte delle condizioni di accesso a questi testi multimediali, sia dalla parte delle condizioni di fruizione che questi dettano. Si ridisegna infatti, addentrandosi nel saggio, un nuovo identikit di multimedialità, intesa come ambiente, come capacità della tecnosfera di interagire con la biosfera. Gli esempi di mercato, di cui il volume è ricco, a questo giro di boa si fanno forse più rari, ma proprio per questo più significativi.

Introduzione al volume di Paolo Gomarasca.

Postfazione al volume di Enrico Carità.

Il sito dell'editore - Centro Studi P.Calamandrei

Lancio ANSA presentazione volume

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Il caso Frank Miller

I Padroni del Display (Copertina)
Anno: 1995
Editore: Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano
Collana: "tesi di laurea di Stefano Betti"
Dati: 20x29,5, 200 pp + 50 di tavole b/n

Il lavoro attorno ad uno dei creatori di comics americani più geniali degli ultimi anni prende le mosse dalla rivoluzione che ha saputo generare nella figura dell'autore. La produzione seriale del prodotto colturale comics sembrava infatti aver perso la nozione stessa di autore, sostituito da una molteplicità di competenze messe in gioco dal pesante processo di industrializzazione e serializzazione che questo media ha vissuto a partire dagli anni '50 soprattutto negli States.
La vicenda professionale di Miller mostra una traiettoria di progressiva autonomia e conquista degli spazi produttivi da parte dell'autore, una strada seguita poi da molti altri autori di comics negli anni successivi; ma il processo di riscoperta dell'autore non è solo esterno ai testi, è anche interno attraverso un utilizzo strumentale e nuovo della prospettiva e la riscoperta di voci narrative proprie della tragedia greca.

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